Lettere per l'Abruzzo

19 marzo 2012

Lettera per l’Abruzzo di Ludovica Raimondi

Oggetto: parere contrario all’istanza di permesso di ricerca di idrocarburi gassosi in terraferma denominato “Cipressi”, presentato dalla Società Adriatica Idrocarburi S.P.A. (ENI).

 

Gentile rappresentante della Regione Abruzzo,

Gentile Antonio Sorgi,

Gentile Gianni Chiodi,

 

con la presente voglio dichiarare la mia più netta contrarietà riguardo alla richiesta di permessi di ricerca di idrocarburi gassosi in terraferma, avanzata dalla Società Adriatica Idrocarburi, la cui concessione è denominata “Cipressi”. Le aree interessate sono quelle della Provincia di Teramo con i Comuni di Atri, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Cellino Attanansio, Montefino e quelle della Provincia di Pescara con i Comuni di Città Sant’Angelo ed Elice.

Nella documentazione presentata dalla suddetta società si parla di ispezioni sismiche, che, se dessero esito positivo, potrebbero essere seguite dall’apertura di veri e propri pozzi, quindi da attività di trivellazioni e dall’introduzione di mezzi meccanici pesanti, su un’area che si estende per 144, 43 km2, tra il fiume Vomano e il fiume Fino. L’eventuale invasione petrolifera andrebbe a incidere negativamente su un territorio, le cui peculiarità paesaggistiche, culturali e turistiche rappresentano un patrimonio di grande importanza per la nostra regione: basti pensare alla Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, istituita con L.R. n. 58 del 20.04.1995; – SIC IT 7120083 “Calanchi Di Atri”, divenuto un gioiello di rilevante attrazione turistica di qualità. Questi territori sono esposti a processi erosivi e gravitativi, con vincoli paesaggistici e archeologici, centri abitati, aree con produzione agricola di rilievo. Un patrimonio di gran vanto per noi abruzzesi, dunque. Nella provincia di Teramo, inoltre, per quanto riguarda la produzione vitivinicola c’è l’unico DOCG d’Abruzzo: il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura, riferito ad aziende agricole e zootecniche, infatti, alla data del 24 ottobre 2010 censisce oltre 66 mila aziende in Abruzzo, che credo vadano tutelate e preservate con convinzione e forza. Per questo è bene rammentare quanto è scritto nel titolo VII art. 68 della L.R. N° 18/1983 nei principi 2 e 3 riguardo proprio ai terreni agricoli:

 

2) È fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni sui quali siano in atto produzioni ad alta intensità quali, tra l’altro, quella orticola frutticola, fiorita ed olivicola, nonché i terreni irrigui sui quali siano stati effettuati nell’ultimo quinquennio o siano in corso, interventi di miglioramento fondiario assistiti da contribuzioni o finanziamenti pubblici.

3) È, altresì, fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni che, comunque, concorrono in modo determinate alla configurazione della dimensione economico-funzionale delle aziende.

 

L’estrazione di gas non è meno nociva di quella del petrolio e i dati –come ha spiegato più volte la Dott.ssa D’Orsogna- dicono che le operazioni di trivellamento dei pozzi sono le stesse e le sostanze chimiche per lubrificare il terreno sono altamente tossiche. Questo significherebbe esporre a rischio di inquinamento anche le falde idriche, di cui questa regione e il territorio in questione sono assai ricchi. Credo che sia da sciocchi consentire a ditte petrolifere, che vengono in Abruzzo consci di non trovare un greggio di alta qualità, di mortificare in questa maniera un territorio e la sua economia. L’Abruzzo è sensibilmente sismico e forse bisognerebbe pensare politiche che proteggano l’ambiente e la popolazione che lo abita.

A tal proposito voglio citare quanto scrive l’antico poeta latino, Orazio, nell’Epistola 10 del I libro:

Naturam expelles furca, tamen usque recurret

et mala perrumpet furtim fastidia victrix.

Scaccerai la natura con la forca, ma essa tornerà

e da vincitrice debellerà furtivamente le nocive superbie.

 

Appellandomi all’articolo 6, comma 9 della legge 8 luglio 1986 n.349, che consente a ogni cittadino italiano di presentare in forma scritta le proprie osservazioni sui progetti sottoposti a Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), nonché al trattato di Aarhus, recepito anche dall’Italia, che sancisce il sacro santo diritto delle popolazioni di esprimere la propria opinione riguardo alle proposte ad alto impatto ambientale, desidero pertanto esprimere la mia contrarietà a qualsiasi attività di ricerca di idrocarburi, siano essi liquidi o gassosi. Chiedo anche che la Regione Abruzzo si prodighi a legiferare in maniera chiara e definitiva per scongiurare totalmente il pericolo che la nostra terra diventi un distretto petrolifero. Nessuno può dire cosa ci sia nel sottosuolo, garantendo con certezza che la Società Adriatica Idrocarburi non estrarrà, se sarà, anche petrolio misto a gas. Confidando in una riflessione accurata da parte della Regione, competente in materia, affinché i suddetti permessi non siano concessi, porgo i miei più cordiali saluti.

Ludovica Raimondi.

 

Giulianova, lì 03 Gennaio 2012

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